venerdì 26 luglio 2013

TIRA PIÙ UNA FIRMA IN BASSO A DESTRA CHE…

“Ah, qual grande fervore quando mi immergo nello spirito del combattente!”
Quando da buon mentore vado ad  accompagnare qualche mio “discepolo” ad una acquisizione o ad un appuntamento di vendita, (cosa che dovrebbe fare chiunque sia pagato per fare consulenza qualificata) mi è sempre molto chiaro quale sia l'errore oppure la parola fuori posto o il non verbale eloquentemente negativo che il mio solitamente inesperto collega è riuscito a collezionare. In effetti quando non sei coinvolto in modo diretto è abbastanza semplice concentrarsi sulle cose che NON funzionano piuttosto che su quelle che riescono bene.  Tutta la nostra cultura ci ha  preparato a beccare l'errore invece che la cosa da elogiare e che siano stati i genitori,  i maestri elementari o gli istruttori all'oratorio  non fa nessuna differenza perché il risultato finale è la nostra straordinaria capacità di giocare al "t'ho beccato figlio di..."
Troppo facile parlare quando non sei legato al risultato,  quando la pressione del vincere  non ti blocca la gola,  quando qualsiasi errore relazionale non lo paghi con un gentilissimo "vaffa", tradotto in "mi lasci pensare", "le farò sapere" "devo parlarne a mia moglie" e così via. Quindi, consapevole della sua pressione,  mi limito ad osservare il mio partner di turno evitando e sospendendo qualsiasi giudizio immediato perché il patto è di non intervenire e lasciare che il mio allievo se la cavi da solo, a costo di perdere l'incarico o la vendita per poi procedere alla correzione ed ai suggerimenti.
Masochismo da docenza? Forse, fatto sta che il risultato, magari parziale, arriva lo stesso e devo dire che ci vuole molto più fegato a stare zitti che ad intervenire. Perché il risultato arriva lo stesso? Cosa fa si che ciò accada? La voglia di fare bella figura, di vincere la piccola sfida con me, la necessità di fare soldi oppure altro. Sono tante le situazioni possibili ma una cosa emerge su tutte: dammi un buon motivo e annullerò qualsiasi ostacolo e da qui quella splendida morale che insegna che "tira più una firma in basso a destra che un carro di buoi."  Battute a parte spesso è proprio un fattore esterno alla situazione che scatena dentro di noi lo spirito combattivo,  la voglia di vincere, la voglia di primeggiare. Non è mai solo il desiderio di un qualsiasi risultato (denaro, incarichi, proposte, contratti) a spingerci oltre le nostre possibilità ma la voglia di emergere, di gratificarsi, di dirsi o farsi dire “bravo” sono da sempre gli elementi scatenanti che vi permetteranno di spingervi oltre. Nessun agente al mondo può fare questa professione senza possedere lo spirito del combattente, dell’agonista, di chi vuole mettersi alla prova contro tutti e tutto e, personalmente, credo che tutti abbiano questa caratteristica mentre sono davvero in pochi ad avere la capacità di usarla costantemente.
In ogni gesto della tua quotidianità, che tu sia solo o in compagnia, prova a vincere cercando il gusto della sfida, posso assicurarti che certamente renderai di più.
Buone vendite a tutti                                   Luca Gramaccioni

1 commento:

Luigi Benedetti ha detto...

Bello Luca, condivido praticamente tutto.
Tranne rimanere in silenzio durante un affiancamento...piuttosto esco di casa del cliente, risuono il campanello e se la situazione lo permette si ricomincia.
:-)
Giggi